Se osserviamo gli approcci alla Digital Transformation che oggi vanno per la maggiore, possiamo notare come siano due quelli più gettonati:
- L’approccio “tecnico” basato sulla “esplorazione” di specifiche tecnologie attraverso implementazione di POC (Proof of Concept);
- L’approccio “strategico” basato su piani di lungo periodo fortemente guidati dalla coerenza con la vision;
Se riguardiamo alla storia passata della Lean Production possiamo notare quanti fallimenti hanno come causa radice la scelta di un approccio errato.
Prima vi fu la “caccia alle tecniche”: tante aziende furono in grado di implementare (anche con successo) specifici strumenti Lean in aree pilota ma ben pochi furono gli effetti sul fronte del Business (e del Conto Economico) e del “cambiamento culturale”.
Poi venne l’epoca dei “sistemi”: definizione di strategie, progettazione di grandi architetture a supporto dei processi di miglioramento (WCM, TPM, XPS “X” Production System, ..) e sviluppo di Master Plan pluriennali. Anche qui grandi entusiasmo iniziale, tanto impegno ma spesso risultati che faticavano a giustificare gli investimenti.
Mi domando: non potremmo fare tesoro di questa esperienza ed evitare un po’ di errori nell’approcciare la Smart Factory?
La filosofia “top-down” non deve essere buttata via. Ha, ovviamente, senso ma deve essere integrata con un approccio “bottom-up” che parte da bisogni specifici e dalla realtà dei problemi da risolvere sul campo. Che coinvolga le persone facendole sentire realmente parte della trasformazione. Che “vada a cercare” le tecnologie che servono e non solo quelle che “fanno scena”.
Quanto ha di “bottom-up” la vostra Trasformazione Digitale?