Da una riflessione di Joe Stenzel: “an important reason why Western enterprises so frequently fail at lean transformations lies in the unwillingness of leadership to redefine their roles from financially biased commanders-in-chief to operationally informed facilitators and resource providers …
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Allenarsi, allenarsi, allenarsi … e sudare
“Non c’è cosa che non venga resa più semplice attraverso la costanza e la familiarità e l’allenamento. Attraverso l’allenamento noi possiamo cambiare; noi possiamo trasformare noi stessi.” Dalai Lama
L’albero e la foresta
“Il problema è che i manager non entrano nei dettagli abbastanza per capire. Essi preferiscono invece seguire qualche grande ‘teoria del tutto’ che hanno letto sull’Harvard Business Review” dice Jim Lancaster, CEO Lantech e guru riconosciuto a livello mondiale del Lean Thinking.
Smed nel processo decisionale: un’interpretazione del NEMAWASHI
Più o meno tutti conoscono i principi su cui si basa lo SMED, un pò meno cosa sia il Nemawashi.
Anche stavolta si tratta di una similitudine riferita ad un termine giapponese, il cui significato proviene dal mondo del giardinaggio e più specificatamente dalla fase del trapianto di un albero, dall’evidenziare e proteggere le sue radici per non rischiare che muoia durante il trasferimento. Così anche per le nuove idee, è necessaria una azione preparatoria.
Il Nemawashi si riferisce ad un processo organizzativo continuo di costruzione del consenso, prima di prendere una precisa decisione.
Leadership di livello 5
Ancora uno spunto di riflessione che viene dal lavoro di Jim Collins (autore di “good to great” – “o meglio o niente” nella versione italiana).
Già in un mio post precedente (Prima chi, poi cosa) si era discusso di come le aziende che sono diventate eccellenti dopo un periodo di mediocrità, nello studio di Collins siano connotate da una alto livello di disciplina delle persone. Continue reading
I sistemi contabili a costo standard sono incompatibili con il lean
Un ulteriore post ispirato dal libro “Lean Turnaround” di Art Byrne, libro di cui Staufen ha curato la traduzione in Italiano.
I sistemi contabili a costo standard sono incompatibili con il lean. Lo sono perché incoraggiano e premiano esattamente quei comportamenti che voi intendete eliminare. Di fatto, io penso alla contabilità a costi standard come all’«anti-lean». Ad esempio, nel nostro mondo il magazzino è considerato la fonte di ogni male perché nasconde gli sprechi. Il metodo contabile standard di assorbimento dei costi la pensa in modo diametralmente opposto: premia coloro che accumulano scorte, permettendo loro di differire una porzione dei costi di produzione su esercizi successivi. Art Byrne – Lean Turnaround
Bisogna andare per forza a fondo della questione. I sistemi contabili classici sono stati pensati per la produzione ripetitiva a domanda stabile, certa e costante. Stanno diventando in parte fuorvianti, facendoci credere che stiamo andando bene quando andiamo male, e inducendo comportamenti poco efficienti.
L’importanza dell’esempio focalizzato
Con questo post iniziamo a scoprire i “segreti” che Art Byrne ci svela nel suo “Lean Turnaround“, libro da poco disponibile in Italiano grazie a Staufen.
“Dovreste concentrare i kaizen iniziali per creare il flusso in alcune aree selezionate e velocizzare la transizione. Diluire lo sforzo del kaizen in ogni ambito dell’azienda per esporre quante più persone possibile potrebbe sembrare una buona idea ma questa strategia sembra disperdere l’efficacia del modello lean. Concentrate le prime attività sulla creazione di una linea di produzione modello (o fabbrica modello) per mostrare l’organizzazione che state creando”
Prima Chi, poi Cosa
Il libro “Good to Great” (“O meglio o niente”, nella traduzione Italiana), risultato della ricerca di Jim Collins e della sua équipe su cosa hanno in comune le aziende che sono diventate eccellenti dopo un periodo di mediocrità, evidenzia come uno dei pilastri comuni tra queste aziende sia stata la disciplina delle persone.
Dopo un primo capitolo dedicato (ovviamente) alle caratteristiche dei loro leader (caratterizzati da una auto-disciplina assoluta), Collins indaga la composizione delle squadre a loro subalterne; il capitolo si intitola “Prima Chi, poi Cosa” Continue reading
Il Cubismo e la gestione Lean
Un dipinto cubista tende a mostrare l’oggetto tridimensionale riportando nelle due dimensioni tutte le informazioni essenziali di quell’oggetto. Praticamente l’autore dell’opera cerca di ricostruire nelle due dimensioni la sintesi delle informazioni con cui l’oggetto si presenta nella propria mente, consentendo all’osservatore di rivivere le medesime sensazioni.
Lean Manager o pastori?
Vi siete mai trovati in auto bloccati da un gregge che occupa la strada, intenti nello sforzo inutile di farlo spostare dalla sua posizione in tutti i modi possibili? É la stessa sensazione che spesso si trova ad affrontare chi per la prima volta intraprende un percorso di implementazione della Lean Manufacturing, e che per sogni di gloria di breve termine, pressioni dai vertici aziendali o semplice inesperienza prova a spingere con fatica le persone verso il mondo “snello”.