Dalle 5S nel mondo del lavoro all’ordine e pulizia di casa

Sappiamo che le 5S in azienda sono una metodologia per l’organizzazione del posto di lavoro, con lo scopo principale di utilizzare meno spazio, meno sforzo, fare prima a fare le cose e con meno difetti, in linea con i principi lean.

In realtà, molto di più si potrebbe dire sulle sue finalità. Tuttavia voglio invece condividere una sfaccettatura di questa metodologia, applicata alla nostra vita privata.
Viviamo un tempo in cui siamo sommersi di oggetti. Siamo progressivamente passati dall’avere poche cose di grande valore, ad acquistare qualcosa solo per il gusto di farlo. Come risultato, la nostra casa si è riempita di cose.

Perché non le buttiamo? Perché non le sistemiamo? Tanto più che sono azioni semplici da compiersi.

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La manutenzione autonoma, le persone e i risultati

Quando si parla di Manutenzione Autonoma, o di TPM in generale, si associano immediatamente i concetti di “Capital Intensive”, “Macchinari”, “produttività”, ecc.

Sarete d’accordo con me che quasi mai (o comunque non immediatamente) si pensi ai concetti di “fattore umano” o di “crescita delle persone”.

In questo post vorrei mettere l’attenzione invece su questo slogan, che magari avrete già sentito ma che secondo me non viene quasi mai capito fino in fondo:

La Manutenzione Autonoma non migliora il risultato. La Manutenzione Autonoma migliora le persone, le persone migliorano i processi!

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Maratoneti o scattisti?

I prossimi mesi saranno molto ricchi di eventi sportivi di rilevanza internazionale tra cui spicca l’evento sportivo planetario per eccellenza: l’Olimpiade

Volendo fare un confronto tra le varie discipline sportive (in particolare dell’atletica) ci è venuto spontaneo chiederci a quale assomiglia di più la sfida della “Lean Transformation”.

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CARDBOARD ENGINEERING: pensare fuori dal box! Anzi, noi il box di cartone lo facciamo proprio a pezzi per costruire ed applicare i concetti Lean!

Chi ha avuto il piacere e l’opportunità di utilizzare questo strumento Lean potrà testimoniarlo, anzi, vi invito proprio a farlo… Il Cardboard Engineering è semplice e geniale! In queste settimane ho avuto il piacere di proporlo ed applicarlo durante alcuni workshop presso Schindler ed Atlas Copco con ottimi risultati. Non vi tedierò con la solita teoria ma vorrei passarvi qualche “finding” e vedere con voi cosa in concreto può offrire questo valido strumento.

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Allenarsi, allenarsi, allenarsi … e sudare

“Non c’è cosa che non venga resa più semplice attraverso la costanza e la familiarità e l’allenamento. Attraverso l’allenamento noi possiamo cambiare; noi possiamo trasformare noi stessi.” Dalai Lama

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Industria 4.0 ?

Bah! Forse meglio fare prima bene la 3.0

Ricapitoliamo:

  • Industria 1.0 – meccanizzazione della produzione con energia idraulica e vapore
  • Industria 2.0 – produzione di massa col supporto dell’energia elettrica
  • Industria 3.0 – informatizzazione degli uffici e automatizzazione della produzione
  • Industria 4.0 – la prossima rivoluzione – “internet delle cose”, sistemi cyber-fisici, intelligenza decentrata, interazione tra mondo reale e mondo virtuale

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Molto interessante e stimolante e sicuramente assisteremo a cambiamenti che al momento facciamo ancora fatica ad immaginare.

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Applicazione dello Shopfloor Management in un contesto Engineering to Order

Mikron produce macchine utensili transfer, altamente personalizzate sulle specifiche esigenze della propria clientela, in particolare per il settore automotive, orologeria ed elettronica.

Dopo alcune esperienze positive di applicazione dello Shopfloor Management maturate all’interno di altre aziende del gruppo, si è pensato di affrontare questa sfida anche presso lo stabilimento di Lugano (Svizzera).
A questo scopo è stato dedicato un piccolo team, che ha avuto la possibilità di sviluppare il metodo su di una singola linea di prodotto. Questo approccio ha consentito di affinare lo strumento in modo appropriato, prima di estenderlo alla totalità delle product line.

D’accordo con il management, si è deciso di iniziare il progetto dal fondo, ovvero dalle fasi di montaggio e collaudo. Idealmente si sarebbe dovuto iniziare con i processi di order management, engineering e procurement. Lo scopo di iniziare dalle fasi “più semplici” era motivato dal fatto di creare dapprima un esempio di successo, per poi passare alle aree più critiche.

Lo SFM presso Mikron si basa su tre livelli:

Meeting 1 (M1)

M1

Presso le aree di montaggio e collaudo, ogni giorno, si svolgono meeting regolari dove, in un tempo contenuto entro i 10’, il capo area verifica con il team operativo i seguenti aspetti:

  • avanzamento lavori e rispetto obiettivi di costi e tempi;
  • criticità emerse sui materiali (per esempio mancanti, errori fornitori);
  • disponibilità delle risorse;
  • difficoltà tecniche (disegni errati, info mancanti, liste pezzi errate).

Questo strumento in pochi mesi ha portato i seguenti vantaggi:

  • maggiore coinvolgimento del team e “tensione” al risultato;
  • miglioramento della comunicazione;
  • riduzione del micro-management da parte dei capi area;
  • presa in carico dei problemi e rapida risoluzione.

Meeting 2 (M2)

M2 Successivamente lo stato di avanzamento di tutti i progetti presenti in officina ed i problemi emersi vengono portati dai capi area in un secondo meeting. A questo partecipano tutti gli attori coinvolti nel processo di realizzazione ovvero: qualità, supply chain, capi progetto, ufficio tecnico e Planning.

Per contenere l’informazione all’interno di un massimo di 15’ si utilizza la tecnica del Go & See, ovvero: non si scende nel dettaglio tecnico del caso, ma si prende in carico il problema e dopo l’incontro si approfondisce con gli enti preposti.

Con i Meeting 2 abbiamo evidenziato i seguenti vantaggi:

  • migliore comunicazione tra gli enti;
  • presa in carico dei problemi e rapida risoluzione;
  • meno interruzioni nel corso della giornata per richieste di informazione o chiarimenti;
  • migliore utilizzo degli strumenti di pianificazione e problem solving.

Meeting 3 (M3)

M3Una volta per settimana, al venerdì, le principali problematiche sia di tipo tecnico che ti tipo organizzativo, vengono discusse in presenza del management e la gestione dei task è supportata da un modulo A3. Nella stessa sede sono presentati anche i KPI relativi a servizio, qualità e costi della settimana trascorsa.

Oltre agli aspetti di “metodo” si è potuto constatare un sensibile miglioramento nel coinvolgimento e motivazione dei collaboratori e capi area.

Grazie ad un supporto puntuale sulle tecniche di Coaching e Mentoring, si è lavorato assiduamente anche sui comportamenti. Ciò sta enfatizzando l’Empowerment dei collaboratori al fine di instaurare un processo virtuoso di miglioramento continuo dei processi e prodotti.
In seguito a questa positiva esperienza, attualmente sono in corso i lavori di estensione del metodo anche ai processi di engineering e procurement. L’obiettivo sarà quello di perseguire un sensibile miglioramento nelle performance di qualità, servizio e costo, fattori di vitale importanza al fine di mantenere la leadership di Mikron nell’attuale contesto di mercato.

Siamo disponibili ad uno scambio di opinioni ed idee, con chi sta muovendo nello stesso ambito. Siamo certi che le esperienze maturate anche in settori operativi diversi, aiutano a trovare utili spunti di riflessione, magari anche a mettere in discussione quanto fatto sino ad oggi.

 

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Mr. Ohno goes to Hollywood

La letteratura Lean è vastissima. Se qualcuno ci chiede cos’è il Lean Thinking, di sicuro la nostra mente va a scavare qualche titolo di saggio letto in passato e riusciamo ad usare come definizione una di quelle frasi che scolpiamo nel nostro personale decalogo del buon Lean Manager. Tutto ciò è abbastanza probabile ma non troppo. Ci perdiamo in un mare di titoli, sottotitoli, nomi, modelli, teorie e sistemi stampati su tante pagine di carta racchiuse in colorate copertine. Ma cosa accadrebbe se, dopo il successo di un bestseller “Lean”, qualcuno avesse la brillante idea di girare la versione cinematografica proprio come accade ad Hollywood?

Invece di “leggere il libro” molti preferirebbero “guardarsi il film”. E ricordarsi un film e le sue scene è certamente molto più facile.

Ci sono dei film che sembrano nati per racchiudere allegoricamente i principi Lean fondamentali.

Visto il grande boom di spettatori al botteghino a Natale, come non prendere d’esempio la mitica saga Star Wars?

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L’albero e la foresta

“Il problema è che i manager non entrano nei dettagli abbastanza per capire. Essi preferiscono invece seguire qualche grande ‘teoria del tutto’ che hanno letto sull’Harvard Business Review” dice Jim Lancaster, CEO Lantech e guru riconosciuto a livello mondiale del Lean Thinking.

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Un caso di miglioramento continuo nello shopfloor managament

Mandelli Sistemi Spa, azienda produttrice di centri di lavoro ad asse orizzontale, ha intensificato a partire dal 2014, un processo di Lean Transformation che utilizza lo shopfloor management come strumento primario per gestire i vari processi aziendali.

Ad esempio, nel reparto produttivo si svolgono delle brevi riunioni con l’ausilio di 2 tabelloni di infoboard che permettono di controllare lo stato avanzamento lavori e criticità di ogni commessa: il primo per la fase di montaggio macchine, il secondo per la fase di montaggio gruppi. Questi strumenti sono “vivi” e cioè in continuo sviluppo in modo da essere sempre più utili, pragmatici e completi per utilizzatori e responsabili di funzione.

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