

Agli inizi del ‘900 E. Ford si espresse affermando: “Any customer can have a car (Ford T) painted any colour that he wants so long as it is black”. Oggi sono passati un centinaio di anni da quella frase ed i mercati sono completamente diversi. Le esigenze dei consumatori in termini di varietà di gamma sono aumentate e continuano a crescere di giorno in giorno in maniera esponenziale. Con quale risultato per le aziende produttrici?
Mercoledì 19 Settembre alle ore 21.05 andrà in onda “Italia 4.0” – Class CNBC (canale 507 di Sky), condotta dal Dottor Andrea Cabrini.
La puntata, in vista del World Manufacturing Forum ( https://lnkd.in/ghs2nEs ), evento internazionale che si terrà il 27 e il 28 settembre 2018 a Villa D’Este (Cernobbio), sarà interamente dedicata al manifatturiero.
Tra gli ospiti presenti anche Giancarlo Oriani, CEO STAUFEN.ITALIA. STAUFEN. sarà presente al World Manufacturing Forum.
Guarda la puntata 19 Settembre: ” Italia 4.0 – Aspettando il World Manufacturing Forum “
Nel contesto Industria 4.0 si parla molto di Manutenzione predittiva e molti produttori oggi hanno a catalogo macchine dotate di questo servizio ma siamo sicuri che questo sia sufficiente per parlare di un profondo cambiamento della manutenzione ed ottenere il massimo dei risultati?
ERP, contabilità tradizionale, email.
Cosa hanno in comune questi tre elementi chiave della gestione aziendale, così diversi tra loro?
Che sono la causa di molti problemi aziendali, di frequente sono tre veri e propri drammi aziendali.
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Quando un’azienda, dopo essere cresciuta e aver conquistato quote di mercato, si trova nella sua fase di maturità del ciclo di vita sposta il suo focus dal prodotto al processo, dal marketing alla produzione. Il core business è in gran parte consolidato e i canali di vendita e distribuzione sono definiti. Cosa diventa importante a questo punto? Il processo. Un sistema che ha alla base un processo progettato e pensato, riesce a generare valore per i clienti e profitti necessari per l’ulteriore espansione.
Il Lean Six Sigma porta a raggiungere questi risultati ottenendo un sistema con processi definiti, strutturati, organizzati, affidabili, standardizzati, monitorati e sincronizzati.
Essendo il Lean e il Six Sigma fondamentalmente molto diversi, quando bisogna usare uno e quando l’altro?
Osservando un bambino fare i compiti, in particolare esercizi che prevedono una certa ripetitività, si nota come tenda a portarli avanti in parallelo piuttosto che risolverli uno ad uno, per esempio nel caso di traduzione di frasi aventi sempre lo stesso soggetto e predicato prima scriverà i numeri degli esercizi, poi tutti i soggetti in seguito tutti i predicati ed infine si concentrerà sulla parte finale e variabile delle frasi; se gli si chiede perché faccia così piuttosto che eseguirli uno dopo l’altro ti dirà che lo fa per risparmiare tempo evitando di dover pensare ogni volta l’intera frase.
La scorsa settimana si è tenuto a Venezia il TWI and Kata Summit Europeo. E’ stata una bella occasione per un incontro con un variegato universo di persone provenienti da tutto mondo (da Australia, Vietnam, USA, Germania, Svezia, Italia …) accomunate dalla volontà di confrontarsi su modalità ed esperienze nella diffusione di processi di miglioramento ma anche da un’ idea di fondo.
Nel corso della mia carriera, soprattutto in occasione dell’assunzione di nuove responsabilità, mi è capitato spesso di chiedermi se la mia preparazione fosse adeguata e se i miei collaboratori avrebbero accettato di buon grado la mia guida.
Questo è accaduto in particolare in ambiti tecnici, dove è consuetudine fare avanzamenti di carriera più per riconosciute competenze tecniche, che non per comprovata capacità di leadership e dove mi sono ritrovato da esperto di organizzazione, a dialogare con chi alle volte considera l’organizzazione stessa una materia di secondo ordine.
Mi sarei dunque dimostrato sufficientemente competente nell’affrontare le problematiche di quei reparti e questo avrebbe avuto un riverbero sull’operato dei collaboratori? Avrei corso il rischio di apparire superficiale?
Un po’ di tempo fa scrissi del Maestro Yoda e delle sue lezioni ai giovani Jedi e a Luke Skywalker ( Mr. Ohno goes to Hollywood ) volte ad apprendere un nuovo modo di mettersi in contatto con tutto quello che ci circonda, a percepire una Forza che, se compressa e assimilata, permette di controllare “sistemi e processi” intorno a noi. Ho parlato poi di assonanze fra questi insegnamenti e le teorie Lean, paragonando il piccolo mentore verde dalle orecchie a punta con Taichii Ohno.
Rimaniamo sempre a Hollywood ma stavolta cambiamo regista, cambiamo cast, cambiamo film e proviamo a vedere se si riesce a trovare un altro fotogramma o un’altra scena, su cui soffermarsi “to think Lean”.
Se guardo a dove mi ero fermato l’altra volta, riparto ancora da Ohno e trovo ancora il suo “copione” a fare da padrone in un cult mondiale: “Matrix” (“The Matrix”, 1999 A. Wachowski).
L’intervista a Giancarlo Oriani dal minuto 14:05 ( https://lnkd.in/dahJ-GJ )
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