Vi è mai capitato di fare la fila da qualche parte e vedere le persone incolonnate dare in escandescenza oppure tentare di aggirare la coda?
A prima vista queste persone appaiono come “cattive”, ma se osserviamo più attentamente, è il processo nel quale sono coinvolte ad essere scadente (informazioni non disponibili e poco chiare, discrezionalità nell’applicare le regole, dimensionamento del processo non coerente con le esigenze, …).
E tutto ciò oltre a produrre scarsi risultati, porta ad una sostanziale insoddisfazione sia da parte delle persone in fila, sia da quelle che erogano un determinato servizio (fatto da non sottovalutare).
Come potrebbe essere migliorato un processo di questo tipo?
In ogni attività di miglioramento che impatta fortemente sulle persone, risulta essere necessario capire come riuscire ad ottenere la partecipazione e l’impegno di chi è coinvolto nel processo. Per far ciò ci viene in aiuto l’Ottimo di Pareto.
Conosciamo bene Pareto per il suo Principio (comunemente chiamato anche regola 80-20), ma un po’ meno per l’Ottimo Paretiano, secondo il quale una azione è ottima, quando senza peggiorare le condizioni di nessuno, si migliorano le condizioni di qualcuno.
Pertanto, specialmente in alcuni ambiti, se si vogliono raggiungere risultati robusti e sostenibili nel tempo, forse ci si dovrebbe indirizzare a creare una condizione di vantaggio per tutte le figure coinvolte, magari spostando alcuni dei benefici ottenuti da una parte, all’altra parte più svantaggiata.
Ecco che probabilmente, avremo buoni processi su cui operano buone persone.