In un mondo ideale, i processi di Lean Manufacturing funzionano come orologi svizzeri: ogni attività ottimizzata, ogni spreco eliminato. Ma nella realtà, c’è un elemento che spesso resta ai margini delle conversazioni: l’errore umano. Perché? Semplice. Si pensa che non abbia rimedio, che sia una variabile inevitabile e imponderabile. Eppure, ignorarlo non lo fa sparire, anzi, rischia di sabotare anche i processi più efficienti.
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L’errore umano non è un nemico da eliminare, ma una sfida da affrontare con strumenti concreti:
- Gli strumenti di visual management, come indicatori visivi o segnali di avvertimento, rendono più chiaro ed immediato il corretto flusso operativo;
- I sistemi ricorsivi di controllo, basati su verifiche incrociate o audit regolari tra operatori, aiutano a rilevare le discrepanze prima che diventino criticità;
- L’ uso di checklist strutturate, ispirate alle pratiche in ambiti come l’aviazione o la sanità, ha dimostrato di ridurre drasticamente gli errori;
- Il poka-yoke, che previene gli errori attraverso soluzioni ingegnose.
È fondamentale integrare questi approcci in una cultura aziendale dove l’errore umano venga analizzato, compreso e trasformato in opportunità di crescita. Affrontare l’errore umano significa non solo ridurre i rischi, ma anche rafforzare la fiducia nei processi e nelle persone, rendendo l’azienda più solida e competitiva.
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