Nelle aziende spesso ci si ritrova intrappolati in un processo che ricorda la mitologica tela di Penelope: il ciclo infinito di decisioni e ri-decisioni con il conseguente spreco di risorse umane e materiali. Per prendere una decisione, infatti, si investono di solito tempo ed energie non trascurabili: per analizzare i dati disponibili, per valutare gli scenari alternativi, per definire le migliori strategie.
Tuttavia, quando una decisione viene messa in discussione e rivisitata più volte, senza che siano emerse nel frattempo nuove informazioni, si crea un pericoloso loop di inefficienza.
Le cause di questa impasse operativa, dove le stesse questioni vengono discusse ripetutamente senza mai giungere a una conclusione definitiva, possono essere:
– una leadership che non si assume la responsabilità delle decisioni prese;
– una cultura aziendale che privilegia la sicurezza del consenso alla determinazione dell’azione;
– una quantità di dati in ingresso sproporzionata rispetto alla magnitudo del problema, che porta ad una “paralisi da analisi”;
– un insufficiente empowerment dei dipendenti, poco formati e informati, e/o privi di deleghe decisionali commisurate alla autonomia ed alle responsabilità loro formalmente riconosciute.
In un contesto lean, tuttavia, la rapidità delle decisioni è cruciale: sia per contenere le deviazioni indesiderate, sia per cogliere eventuali opportunità. Per evitare di cadere nella trappola della tela di Penelope, è quindi essenziale che le aziende siano capaci di definire una struttura decisionale chiara, sostenuta da una piramide della comunicazione ad essa coerente, dove ogni decisione viene presa al livello più basso possibile.
Solo così si potrà ridurre lo spreco di tempo e aumentare l’efficienza operativa, alimentando un ambiente di lavoro premiante e responsabilizzante (si legga: non demotivante), e portando l’organizzazione verso un successo duraturo e sostenibile.
Il tempo prezioso che si sarà risparmiato potrà allora essere … risparmiato! o, meglio, speso per creare valore.