Le dinamiche del business sembrano sempre più convulse e frenetiche, sembra che nulla si possa pianificare e che la pura “reattività” sia l’unica forma di flessibilità.
Nonostante ciò, sempre più frequentemente, si osserva nascere nelle aziende il bisogno di organizzare i processi decisionali: target setting, target deployment, pianificazione, condivisione, comunicazione.
Questo avviene soprattutto in quelle realtà che sono consapevoli che le dinamiche del mercato non devono essere un alibi (“…non si può più programmare nulla…”) ma al contrario devono spingere ad eliminare tutte quelle inefficienze interne che proprio in processi aziendali così delicati possono risultare determinanti.
In sintesi: non lasciare al caso o a momenti “rubati” alla quotidianità attività che devono essere affrontate con strumenti e modalità “robuste”.
Accettare l’idea che i sistemi decisionali “one-man-band” sono funzionali alle realtà “micro-padronali” ma che l’organizzazione richiede processi definiti, strumenti e condivisione/discussione (catch-ball).