E’ curioso osservare come un numero considerevole di aziende che decidono di abbracciare il TPM, interrompano il percorso “educativo” della Produzione usualmente dopo il completamento del terzo step della Manutenzione Autonoma.
La stesura e l’applicazione degli Standard Provvisori di pulizia, ispezione, lubrificazione e serraggio non è un punto di arrivo bensì un punto di partenza (da cui l’aggettivo “provvisori”).
Nello step 4 (Ispezione generale) e nello step 5 (Ispezione autonoma) dell’AM l’attenzione viene infatti concentrata sull’accrescimento delle competenze degli operatori in termini di apparecchiature e processo: l’operatore diviene CONDUTTORE di macchina, sgravando il manutentore da alcune incombenze affinché egli possa operare in maniera più strategica (più prevenzione e meno reazione).
Lo scopo rimane quello di evitare che la macchina si degradi e che le sue prestazioni nonché quelle del processo peggiorino.
Ovviamente lo sviluppo del quarto e del quinto step è oneroso dal punto di vista delle risorse umane (formazione ed addestramento) e del tempo (necessari svariati mesi).
Tuttavia, poiché la filosofia del TPM (comunemente alla LEAN) è fondata sul perseguimento del miglioramento continuo, com’è possibile avanzare lungo questo percorso senza che gli operatori crescano professionalmente?
La Manutenzione Autonoma NON è una lucidata alle apparecchiature ed un po’ di lubrificante qua e là.
Voi come la vedete?!?