Dalla followership alla leadership diffusa: il modello leader-leader

In un precedente articolo, abbiamo esplorato il potere della followership: follower proattivi, formati e coinvolti sono la linfa di un’organizzazione reattiva. Ma cosa accade quando superiamo la dicotomia leader-follower per creare un’organizzazione in cui ogni persona è leader? Una risposta potrebbe essere trovata nel modello leader-leader, reso celebre da L. David Marquet nel libro “Turn the Ship Around!”.

Questo approccio ribalta la tradizionale gerarchia: non un singolo leader che impartisce ordini, ma ogni membro dell’organizzazione è incoraggiato a pensare e agire come leader. Non si elimina la leadership, si distribuisce, creando una cultura in cui tutti si sentono responsabili del successo collettivo.

1. Decentrare il controllo: da “comando” a “intenzione”
Il cuore del modello è rompere la gerarchia rigida. Invece di chiedere permessi (“posso fare x?”), i collaboratori sono incoraggiati all’uso di “intendo fare x”, per promuovere l’iniziativa e l’assunzione di responsabilità. Questo semplice cambio linguistico trasforma l’esecuzione passiva in iniziativa, mentre i leader si concentrano su mentoring e visione strategica.

2. Competenza e chiarezza: le fondamenta dell’autonomia
Come descritto anche nell’articolo sulla followership, i team hanno bisogno di:

  • Competenza: strumenti, conoscenze e formazione continua per decisioni consapevoli.
  • Chiarezza: principi guida condivisi e una visione che allinei ogni azione allo scopo aziendale.
    Solo così l’autonomia diventa un motore di performance, non un rischio.

3. Il riconoscimento immediato come carburante
Celebrare pubblicamente non solo i risultati, ma i comportamenti desiderati (es. proattività, collaborazione, apprendimento) rafforza una mentalità da leader e crea un circolo virtuoso.

Perché investire nel leader-leader?
Oltre a ridurre i colli di bottiglia decisionali, questo modello:

  • Libera creatività e ownership, trasformando i dipendenti da esecutori a co-creatori.
  • Aumenta la resilienza: decisioni distribuite permettono di reagire in tempo reale.
  • Trattiene i talenti, che vedono nell’autonomia un valore concreto.

Se la followership è il primo passo per un’organizzazione reattiva, il leader-leader è l’evoluzione verso un’azienda antifragile, dove ogni persona guida il cambiamento in un contesto complesso ed in rapido cambiamento.

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Ha lavorato per 15 anni nella multinazionale giapponese Komatsu. Dapprima occupandosi di qualità, dal Controllo Prodotto e Processo, sino a gestire lo Sviluppo del Sistema Qualità in ottica di Qualità Totale. Successivamente in ambito produttivo, ha seguito l’ottimizzazione dei processi, affiancando i “sensei” della casa madre e progressivamente assumendo la gestione dei Gruppi di Miglioramento aziendali, definendo e veicolando soluzioni tecnologiche ed organizzative al fine di ottimizzare i processi. Infine, ha concentrato il suo operato nello sviluppo della Supply Chain aziendale. A partire dal 2010, come consulente, ha guidato progetti sui temi della Lean Production in differenti settori manifatturieri, concentrandosi sull’implementazione dello ShopFloor Management, il Problem Solving e sulla comprensione del reale valore per il cliente. Attualmente, si è focalizzato sullo sviluppo organizzativo, sia in termini di eccellenza del processo, che di eccellenza nella leadership.

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