Ora lo vediamo! – Appunti su dashboard e dintorni (seconda parte)

La puntata precedente…

Nel post precedente abbiamo visto come un dashboard sia un supporto, un documento cartaceo, la schermata di un PC, il display di un tablet o di uno smartphone, che ci propone dati in forma “visiva” per facilitare le nostre analisi quantitative. I dati saranno rappresentati utilizzando i grafici, perché in questo modo attiveremo le funzioni visive del nostro cervello e saremo in grado di gestire più dati e stabilire più connessioni. In un dashboard deve esserci spazio anche per il testo per documentare le nostre analisi.

In questo post vedremo invece le virtù che un buon dashboard dovrebbe avere, cerchiamo di rispettarle e sarà davvero difficile fare un brutto lavoro!

Le cinque virtù di un buon dashboard

Anche se la tecnologia oggi ci permette di realizzare praticamente qualsiasi cosa in questo campo esistono dei requisiti, direi proprio delle virtù, che dobbiamo tenere presente se vogliamo realizzare un dashboard efficace ed efficiente.

Prima virtù: un buon dashboard deve essere ricco. Deve cioè offrire all’utente tutta la ricchezza di elementi e dati di cui ha bisogno. Cercando di rispettare il vincolo di far stare tutto nel campo visivo del destinatario, un buon dashboard dovrà cercare di soddisfare tutti i suoi desideri ed andare se possibile anche un po’ oltre. Per far questo lo costruiremo come un abito su misura, chiedendo direttamente agli utenti stessi di quali informazioni hanno bisogno. Non partiremo “dalla struttura dei dati”, ma dalle domande gestionali cui dovranno rispondere. Non dovrà essere ridondante però, perché lo spazio a disposizione sarà sempre la risorsa più scarsa.

Immagine post blog Moretti

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Buone feste

Auguri Org

Anche quest’anno STAUFEN.ITALIA ha pensato di fare un regalo speciale: una donazione a Save the Children, la più grande organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per migliorare la vita dei bambini, operando in 120 paesi.

Sappiamo che talvolta basta poco per dare un aiuto concreto, serio e determinante per cambiare la vita di tanti bambini.

Però bisogna farlo. Per questo ci piace condividere il fatto che, in concreto, con la nostra donazione sono stati acquistati:

che potranno migliorare la condizione di vita di molti neonati e bambini.

Il TEAM STAUFEN.ITALIA è lieto di auguravi Buon Natale ed un Sereno 2018!

 

 

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Urgente o Importante?

Da guidare un piccolo team composto da 20 risorse e due miei vice, mi sono ritrovata a ricoprire il ruolo di responsabile di produzione dell’intero stabilimento organizzato in 7 team con circa 110 persone in totale.

Nel ruolo precedente tutto era sotto la mia supervisione, dalla gestione delle ferie di reparto al raggiungimento dei KPI, lasciando poco margine d’azione ai miei collaboratori.

Con il cambio di ruolo ho applicato per le prime due settimane lo stesso metodo che utilizzavo in precedenza per risolvere le criticità.

Era un metodo semplice, occuparmi di tutto da sola; il risultato però, è stato inevitabile: il telefono squillava ininterrottamente, la casella di posta intasata che finivo di leggere il giorno dopo, i problemi da risolvere e il raggiungimento dei KPI sulle spalle.

Non riuscivo a capire come fosse possibile in “sole” 8 ore gestire tutto, mantenere un basso livello di stress e contemporaneamente, raggiungere gli obiettivi aziendali prefissati.

Semplice, era impossibile!

E’ stata la matrice di Eisenhower che mi ha dato la chiave per capire cosa stava succedendo: qualsiasi cosa mi sembrava importante e urgente allo stesso tempo.

Immagine blog Carafa

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Lean e 4.0: c’è sinergia?

Il “Lean 4.0” potrebbe essere il nuovo “paradigma manageriale” per gli anni a venire.

Vorrei segnalare un interessantissimo saggio dei professori Terzi, Miragliotta, Macchi e Portioli, del Politecnico di Milano, artefici anche dell’Osservatorio Industria 4.0, di cui Staufen Italia è partner, che evidenzia il nesso tra i due approcci. L’articolo si trova in rete, nel sito dell’Agenda Digitale: “Lean manufacturing, tutti i progressi possibili grazie a Industria 4.0”.

Io ritengo che 3 temi siano degni di attenzione:

a) il 4.0 può facilitare alcuni concetti Lean. Ad esempio, lo Smart TPM consente di realizzare i concetti base del TPM, eliminando il muda della raccolta sistematica dei dati; ciò consente agli operatori di concentrarsi sulle attività a valore di diagnosi ed individuazione delle contromisure;

b) il 4.0 può aprire nuovi scenari prima di difficile realizzazione per il Lean. Si fa qui riferimento in particolare all’applicazione della filosofia lean in contesti ad alta variabilità e bassi volumi. Di fatto questo già avviene, e con ottimi risultati (potremmo citare l’esperienza di Staufen nel settore delle macchine utensili), ma indubbiamente sensori, reti di dati, visual display, etc. aiutano la personalizzazione del prodotto.

c) non va peraltro dimenticato che il lean punta molto sulla semplificazione (forse conscio che, come ci ha insegnato Simon, premio Nobel, l’uomo è un animale a razionalità limitata), più che sulla “complessificazione”, propria dei Big Data e della Business Intelligence. Trovare un giusto equilibrio tra questi due estremi (che vuol anche dire evitare che i processi di problem solving finiscano esclusivamente nelle mani di specialisti, esautorando il personale che sta nel Gemba) sarà un elemento importante delle prossime organizzazioni.

Creare una roadmap che riunisca sinergicamente la filosofia lean e gli strumenti 4.0 è quindi un tema strategico per le aziende. Per questo Staufen ha creato Neonex, società in cui gli specialisti digitali si affiancano ai lean thinker nella predisposizione di soluzioni personalizzate.

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Sporchiamoci le mani

Ancora oggi, nonostante i casi di insuccesso siano noti e siano stati scritti sull’argomento decine e decine di libri, molti imprenditori e manager sono convinti che il successo di una trasformazione Lean possa essere raggiunto con un semplice copia incolla degli strumenti “hard” (quali 5S, Kanban, TPM ecc..) del Toyota Production System ed implementandoli nella propria realtà.

Immagine

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W le Scorte!

Detta così, su un blog che parla di Lean Production, sembra un’eresia ma non è sempre vero.

Ormai la conoscenza del Lean è abbastanza diffusa nelle aziende e con essa la necessità di abbassare il livello delle scorte.

Scorte

Quando allora si propone di passare da una gestione degli approvvigionamenti “a fabbisogno” ad una gestione “a scorta” per molti la cosa risulta scioccante e contraria alla logica. Poi si introduce la parola magica “kanban” e tutti si convincono: “questo si che è Lean”. Continue reading

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Innovazione al Nuovo Cinema Paradiso

Digitalizzazione e Internet of Everything. Industry 4.0. Nuove opportunità, nuovi scenari. Tutto cambia più in fretta. Time to market più corto. Prodotti custom. Le necessità dei clienti.

Alzi la mano chi non ha sentito o letto queste parole -si, tutte-  leggendo articoli o ascoltando conferenze su Innovazione e Futuro.

La digitalizzazione sembra alla portata di tutti, il fantomatico Internet of everything, la risposta ai miglioramenti di costo e qualità. Ma sarà poi vero?

ncp

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Non è tutto lean quello che si dice lean

Quando qualcosa è di moda rischia di venir volgarizzato. Il lean ora è di moda, e infatti tutti si proclamano esperti di lean (soprattutto i consulenti), e molte aziende dicono di essere lean. Le più brillanti dicono addirittura di averlo già fatto. Non rendendosi forse conto della contraddizione implicita nel dire di avere già fatto qualcosa che ha tra i suoi fondamenti il miglioramento continuo.

È ancora dura ad imporsi la comprensione che il lean non è un insieme di formule o strumenti che vengono implementati una volta per tutte, ma un paradigma manageriale che determina un continuo utilizzo di quelle regole e quegli strumenti per il raggiungimento dell’eccellenza, che è un bersaglio mobile.

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Occidentali’s Karma, finalmente siamo tutti Lean!

Ho visto dei monaci shaolin che si professano asceti ultravegani e quasi ultraterreni sbirciare di nascosto le notifiche di whatapp sul loro iphone. Non c’è nulla da fare con l’infinito potere del POP, il POP è l’essenza della cultura occidentale, è in grado di scovare qualsiasi nicchia, si tratti di sonorità vichinghe islandesi o di trigliette azzurre del mar ligure.

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Ora lo vediamo! Appunti su dashboard e dintorni. (prima parte)

Cos’è un dashboard?

20 gennaio 1981 Ronald Reagan si insedia alla Casa Bianca. Dopo 15 minuti di visita guidata chiede: “Portatemi nella stanza della guerra”. I funzionari dello staff presidenziale, imbarazzatissimi, sono costretti a rispondere: “Ma signor presidente… Qui non abbiamo nessuna

Post blog_1

stanza della guerra”. L’uomo più potente della Terra qualche anno prima aveva visto un film…

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