Si sente spesso parlare di manifattura sostenibile come una delle sfide centrali per lo sviluppo dell’industria moderna.
In realtà, con questi termini ci si riferisce a due diversi obiettivi.



Si sente spesso parlare di manifattura sostenibile come una delle sfide centrali per lo sviluppo dell’industria moderna.
In realtà, con questi termini ci si riferisce a due diversi obiettivi.
In un precedente articolo, abbiamo esplorato il potere della followership: follower proattivi, formati e coinvolti sono la linfa di un’organizzazione reattiva. Ma cosa accade quando superiamo la dicotomia leader-follower per creare un’organizzazione in cui ogni persona è leader? Una risposta potrebbe essere trovata nel modello leader-leader, reso celebre da L. David Marquet nel libro “Turn the Ship Around!”.
Ho da poco trascorso un paio d’ore molto stimolanti in un incontro che STAUFEN.ITALIA organizza tre volte all’anno, chiamando un gruppo di executive a portare la propria testimonianza su un tema di volta in volta differente, ma che in generale riguarda la competitività aziendale.
Si parlava, in questo incontro, di crescita delle persone e della responsabilità che i leader hanno nell’agire per ottenerla.
Nel mondo della lean, il visual management rappresenta un pilastro essenziale: permette di comunicare informazioni in modo chiaro, conciso e immediato. Gli strumenti visivi rendono visibili obiettivi, processi, risultati e anomalie, promuovendo una comprensione condivisa e facilitando decisioni rapide.
Ogni giorno, scorrendo le varie pagine dei più noti social media, ci imbattiamo in post dai titoli più disparati, esempio “fuga di cervelli all’estero!”, “boom di dimissioni”, “aziende alla ricerca di personale: offerta RAL annua da sceicchi”. Se riflettiamo un momento, tutti i titoli menzionati poco fa hanno un comune denominatore, ovvero le risorse umane, o meglio, le persone.
Sei soddisfatto dei comportamenti dei tuoi collaboratori? Le persone nell’organizzazione di cui sei responsabile sono sufficientemente motivate? La crescita delle loro competenze è adeguata ai cambiamenti in atto nel contesto in cui operi?
A queste domande non sono molti i leader che conosco che risponderebbero con un chiaro e netto “sì”.
Altrettanto pochi, però, sono quelli che, a fronte di una risposta negativa, si sentirebbero direttamente responsabili della situazione.
Troppo spesso, negli anni, mi è capitato di sentire importanti e capaci manager di impresa lamentarsi delle loro persone.
I comportamenti, la motivazione, la crescita delle persone non sono figli del caso. E non sono neanche determinati da una cattiva selezione in ingresso o dai “costumi” (quanta sociologia da bar…).
L’esperienza delle organizzazioni eccellenti ci racconta una storia molto diversa.
Parafrasando lo slogan della recente pubblicità di Lavazza con Jannik Sinner possiamo dire che “L’eccellenza delle persone è una scelta”.
È in prima battuta una scelta di leadership. Che però non va confusa con “carisma” o “influenza”.
Mike Rother nel suo libro Toyota Kata parla di un “deliberata scelta organizzativa”: si tratta, cioè, di “fare”.
La domanda è quindi: pensi di aver fatto abbastanza per far crescere le tue persone?
Nel panorama aziendale odierno, in continua evoluzione e ricco di sfide, la richiesta di organizzazioni “reattive” è sempre più pressante. Per rispondere a questa esigenza, spesso l’attenzione si concentra principalmente sul leader, sulle sue capacità e sul suo ruolo nell’organizzazione. Tuttavia, un elemento spesso trascurato è il ruolo cruciale dei follower, ovvero coloro che sostengono il leader sul campo, assumendosi la responsabilità di raggiungere gli obiettivi.
Nelle aziende spesso ci si ritrova intrappolati in un processo che ricorda la mitologica tela di Penelope: il ciclo infinito di decisioni e ri-decisioni con il conseguente spreco di risorse umane e materiali. Per prendere una decisione, infatti, si investono di solito tempo ed energie non trascurabili: per analizzare i dati disponibili, per valutare gli scenari alternativi, per definire le migliori strategie.
Tuttavia, quando una decisione viene messa in discussione e rivisitata più volte, senza che siano emerse nel frattempo nuove informazioni, si crea un pericoloso loop di inefficienza.
Negli ultimi anni, i forti impatti sull’economia causati dal susseguirsi di crisi mondiali e regionali di varia natura (sanitaria, sociale, politica, …) hanno determinato una diffusa percezione di “volatilità” ed incertezza.
Pur nelle differenze che persistono tra i differenti settori industriali, si può dire che nessuno ne sia rimasto immune.