Quante volte un nuotatore compie una bracciata nei 100 m olimpici? Quanti passi fa un tennista durante un match del grande slam? Sono movimenti fondamentali ma dati per scontati, mentre siamo più propensi a conoscere i risultati ottenuti da un atleta: il numero di piazzamenti o il numero di punti fatti.
Ma il risultato non è frutto di tutti i fattori che lo compongono?
In media, un nuotatore professionista compie 25-30 bracciate per ogni vasca, circa 55 in 100 m. Ma quanto si allena per farlo? 6 km ad ogni allenamento, 340 giorni l’anno, questo significa almeno 1 mln di rotazioni della spalla ogni anno.
Un tennista professionista, considerando 12-15 passi per ogni punto ed effettuando un calcolo simile, nello stesso anno avrà effettuato circa 150 mila falcate sul campo.
Di certo un grande atleta non lo è solo per quanto faccia bene i gesti più semplici, ma indubbiamente quanto riesca ad essere preciso ed efficace nel compierli impatta sulla sua prestazione.
Come possiamo applicare questa riflessione all’ambito aziendale?
Imparare a fare bene ed in modo ripetibile le attività fondamentali e poi allenarsi tutti i giorni a fare piccoli passi di miglioramento.
Trovare il modo di misurarci su quanto diventiamo bravi a svolgere i compiti e non valutare soltanto il risultato, ma costruire la strada verso gli obiettivi partendo da solide azioni quotidiane, perché: «Noi siamo quello che facciamo ripetutamente. L’eccellenza, quindi, non è un atto ma un’abitudine.» (Aristotele).