Il Cubismo e la gestione Lean

Un dipinto cubista tende a mostrare l’oggetto tridimensionale riportando nelle due dimensioni tutte le informazioni essenziali di quell’oggetto. Praticamente l’autore dell’opera cerca di ricostruire nelle due dimensioni la sintesi delle informazioni con cui l’oggetto si presenta nella propria mente, consentendo all’osservatore di rivivere le medesime sensazioni.

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Osservando i dipinti o installazioni cubiste, benché ci sia un assemblaggio di diverse viste e diversi punti di vista, si ha comunque una impressione di unità. Nessuna informazione manca, neanche quelle che, con una normale prospettiva, sarebbero state nascoste. Nemmeno informazioni circa lo stato d’animo dell’artista.

Confrontando un dipinto cubista con un quadro rinascimentale, quest’ultimo ci sembra molto più ordinato e “normale”, ma appunto perché gli mancano le informazioni essenziali.

Venendo alla gestione di impresa, un quadro di Piero della Francesca (La Città Ideale per esempio) è un po’ come vedere la realtà solo attraverso il punto di vista del CEO di un’azienda, o del suo sistema ERP. Questo anche se l’azienda dichiara di essere Lean.

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In un dipinto cubista, pensiamo per esempio alla Donna in Lacrime di Picasso, c’è molta più informazione di quello che realmente vediamo. Si riesce a vedere la tridimensionalità, l’angoscia, in prospettive multiple che sarebbe stato altrimenti impossibile integrare se si fosse solo fatto un ritratto tradizionale.

All’interno di una Lean Enterprise, per via del processo partecipativo alla gestione delle decisioni, si riuniscono le visioni dei Senior Leaders e di tutti i managers, implementandole attraverso le prospettive di tutti gli impiegati e operai. La visione è quella di un’azienda saturata di informazioni e, soprattutto, di esperienza reale e know-how sui processi organizzativi.

La base del Lean è il coinvolgimento che permette di creare la partecipazione al cambiamento, facendo in modo che questo sia permanente. Se il cambiamento è visto solo attraverso gli occhi del CEO, poco a poco verrà riassorbito nella quotidianità, senza avere realmente portato l’Azienda a essere Lean. Ma se le prospettive di tutti sono considerate, quando tutti i partecipanti sono immersi nel Lean Thinking, allora si crea un cultura Lean che rimane nel tempo.

Quando Piero della Francesca dipinse La Città Ideale, l’Europa stava vivendo quell’epoca di cambiamenti che vide, in pochi anni, il cambiamento totale di prospettiva verso il metodo scientifico grazie a Keplero, Galileo, Newton.

Considerando i cambiamenti di prospettiva, derivati dalla Gestione Lean, anche adesso stiamo vivendo un’epoca senza precedenti di cambiamenti.

Tenere conto delle prospettive di tutti, non avere un unico punto di vista. Qualcosa che impariamo dal Cubismo e che possiamo portare nella nostra realtà se vogliamo partecipare a questo cambiamento.

 

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Sergio Fandella, ingegnere meccanico, dopo una carriera nel settore Operations, è stato per molti anni Direttore Generale di una multinazionale in Italia. Da 5 anni lavora come Manager a progetto seguendo operazioni di turnaround in un’ottica di Lean Organisation. Dal 2012 è Managing Director di Novem Car Interior Design S.p.A. Bergamo, azienda specializzata nella produzione di interni decorativi per auto, parte di un gruppo multinazionale tedesco leader di mercato.

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